lunedì 22 aprile 2013

"Nelle mani della ribelle" di Francesca Orelli

Salve!
Oggi vi propongo un'altra autrice emergente che ho avuto il piacere di leggere e che si sta facendo strada nel panorama letterario a "suon di chitarra": Francesca Orelli, autrice del libro "Nelle mani della ribelle".
LA MIA INTERVISTA:

Ciao, Francesca, grazie di essere con noi. Domanda di rito: come ti descriveresti?


Ciao Viviana e un saluto anche agli amici del tuo blog, mi fa molto piacere essere qui con voi! Come mi descriverei...oddio, domanda di non facile risposta, visto che molti mi considerano un pacco sorpresa (ovvero sai quello che ti ritrovi all'esterno, ma non quello che ti ritrovi dentro). Diciamo più semplicemente che sono una studentessa universitaria di venticinque anni, con la passione per la lettura e la scrittura, una rockettara sfegatata che pur di vedere i suoi idoli è disposta a farsi anche viaggi di dieci ore, e da ultimo ma non meno importante, una nomade con la valigia (quasi) sempre in mano ma che è contenta solo quando si trova lontano dalla sua prig...ops, dal suo nido domestico :).
    2) Sei una scrittrice. Da dove è nata questa tua passione? 
    È nata un po' per caso e un po' perché lo desideravo...anche se non me ne rendevo conto! Da piccola volevo fare l'archeologa e specializzarmi in egittologia, anche perché ero letteralmente affascinata dal mondo dei faraoni e dalla loro mitologia, e tenere invece la scrittura più come un hobby. Ma con il trascorrere degli anni la passione per l'archeologia è scemata mentre quella per la scrittura è cresciuta di pari passo insieme a quella per il rock e per i Gotthard, fino a quando non ho deciso di imbarcarmi in quest'avventura.

    3) Da poco hai pubblicato il tuo libro "Nelle mani della ribelle". E' il tuo primo lavoro? Ti va di descriverlo?
    No, è il mio secondo lavoro, ma primo romanzo lungo! E considerando che generalmente ho poca pazienza nel portare avanti lavori “a lungo termine” (maledizione al mio Ariete in Giove che mi fa fare queste cose...poi non mi stupisco se tutte le volte è una litigata tra lui e il mio Acquario, più riflessivo e paziente), sono fiera di essere riuscita ad arrivare fino a questo risultato, che per me è già importante e degno di nota. “Nelle mani della ribelle” racconta la storia di una ragazza come noi, una disoccupata, che dopo essere uscita da una relazione burrascosa con un uomo alcolizzato e violento, decide di riprendere in mano la sua vita facendo qualcosa che a qualcuno potrebbe sembrare un po' folle a prima vista: rispondere ad un annuncio del management di una grossa rockband, che su direttiva del bassista cerca esplicitamente un uomo per quel posto. Leonardo “Leo” Jelmini infatti, oltre ad essere un uomo affascinante e un bassista di talento, è anche insopportabilmente maschilista, al punto da pensare che le donne “siano state inventate” solo per chiedergli gli autografi e scaldargli il letto. Ambra però, a dispetto di tutti i pregiudizi che sembrano imperare nel mondo dei BlackShark, passa la durissima selezione e alla fine viene assunta dal manager della band.
Ma le prove per lei non finiscono qui: infatti, oltre che con le prime reticenze dei colleghi, deve scontrarsi già dal primo giorno con Leo e con i suoi pregiudizi. Molti di sicuro adesso penseranno: “di sicuro che lascerà abbattere e scapperà alla prima occasione...”.
Niente di più sbagliato! Ambra infatti, oltre a non essere decisamente l'ultima arrivata nel suo campo, è anche una donna forte e dotata di un'energia incredibile, al punto che non solo non si lascia abbattere, ma grazie anche alle sue capacità e alla sua grinta riesce a conquistare in poco tempo la fiducia e la stima dei suoi colleghi di lavoro...e oltre a ciò, non solo ribatte agli attacchi continui del “suo” bassista, arrivando addirittura a spiazzarlo con certe uscire, ma lo porterà talmente all'esasperazione che Leo giocherà una carta che non si aspettava, e che la porrà di fronte ad una scelta non facile.


    4) Ambra e Leo sono i protagonisti della storia. In che modo sono nati questi personaggi? Ti sei ispirata a qualcuno in particolare?
    I personaggi in sé sono nati da un'idea...che non sapevo nemmeno se poteva funzionare o meno! Visto che generalmente nei romanzi rosa scritti da autrici americane e inglesi, cosa che mi fa sempre un po' arrabbiare, davanti ad un maschilista la protagonista femminile ha sempre quell'abitudine schifida di soccombere o di piangere, mi
    sono detta “già, con una mezza cartuccia succede questo, ma se gli affianco una vera donna cosa capiterà?”.
    Detto fatto, ho immaginato una ragazza con non solo l'aspetto, ma anche la forza di una tigre, un carattere appassionato e che rispondesse anche a tono ai commenti sciovinisti, fino al punto da rasentare quasi l'offesa. Pensavo che succedesse di tutto, dagli insulti continui fino alle “vie di fatto”, ma mai avrei immaginato che, poco dopo la metà del romanzo, il mio protagonista ne fosse talmente incuriosito da...e qui mi fermo, perché sennò racconto troppo alle nostre lettrici.

    5) Ho avuto il piacere di leggere il tuo libro e devo dire che mi ha colpito questo tuo voler sottolineare la forza di una donna che, a volte, può vincere i pregiudizi maschili. Come mai hai toccato un tema simile? Ti è mai capitato di incontrare una persona come Leo nella tua vita?
    Il perché è subito detto: nonostante i progressi che abbiamo fatto nel campo della scienza e della tecnica, purtroppo il nostro è ancora un mondo piuttosto “maschilista” a livello di mentalità, ma nel mio canton Ticino, soprattutto nei campi dominati fino agli anni 70 dagli uomini, la situazione è a dir poco problematica. Certo, grazie alle nuove leggi la donna di adesso può scegliere di diventare mamma senza per forza di cose temere di perdere il posto di lavoro (prima invece succedeva il contrario, ovvero anziché al congedo maternità, si andava incontro al licenziamento istantaneo), ma ancora oggi riceve 2000 franchi (circa 1500 euro) di stipendio in meno rispetto all'uomo, e nonostante siano anni che i sindacati e certi partiti politici lo denuncino, nei fatti non si è ancora concluso nulla per migliorare la situazione. Inoltre, a differenza dell'Italia, non c'è nemmeno una legge precisa né centri di accoglienza per le vittime di stalking, pertanto in caso di violenza domestica le donne ticinesi sono meno tutelate rispetto a quelle italiane e a quelle europee in genere (anche per questo ho deciso di soffermarmi a parlare nei dettagli della violenza subita da Ambra e del fatto che dopo una
    prima fase di “stasi”, la mia protagonista abbia deciso di riprendere in mano le redini della sua vita e di ricostruirsi un'esistenza. Invece nel mondo attuale, e nel canton Ticino, capita spesso che le vittime rimangano in silenzio, si addossino tutte le colpe e arrivino anche a gesti estremi come il suicidio). Non da ultimo, e qui spezzo anche una lancia a favore della situazione italiana, soprattutto di quelle donne che sono state e sono tuttora vittime di violenze, personalmente trovo che sia scandaloso che al giorno d'oggi, e nel nostro “iper avanzato a livello tecnologico e scientifico” 2013 poi, le donne vengano ancora uccise, picchiate o violate sia a livello psicologico che fisico da ex, mariti, fidanzati, compagni e via discorrendo, solo perché hanno deciso di dire basta ad un rapporto che le distrugge e di uscire fuori dal “cerchio del vizio” per rifarsi una vita migliore. Dall'inizio del nuovo anno sono già stati commessi più di cento femmicidi in tutta Italia, e quello che mi auguro, ma veramente mi auguro con tutto il cuore, è che questo numero vergognoso inizi per davvero a calare fino ad azzerarsi del tutto.
“Nelle mani della ribelle” quindi, oltre ad essere una storia d'amore molto controcorrente, è la storia di una donna, una donna come noi, con i suoi progetti, il suo carattere, le sue ambizioni, i suoi problemi, la sua vita, tutt'altro che perfetta nel quotidiano, che vuole essere anche un esempio, una rivincita ed anche un silenzioso grido di giustizia, per tutte quelle donne che hanno paura di denunciare il loro aggressore (e Ambra con il suo ex lo fa), che subiscono in silenzio tra le mura della loro stessa casa, che dopo essere uscite da un rapporto disastroso hanno paura (o non hanno il coraggio) di riprendere in mano la loro vita, fino al punto da cadere in depressione e anche da morirne.
    Per quanto riguarda il personaggio di Leonardo, sì, mi è già capitato di incontrare una persona che come atteggiamento era tale e quale a lui, ma a differenza del mio bassista lo dimostrava meno con le parole sferzanti e più con i fatti...dato che frequentavamo entrambi l'ambiente dei concerti rock, all'inizio me la sono studiata a debita distanza per vedere che tipo fosse e se valeva la pena “rimanere sua fan”, anche perché nonostante il suo evidente maschilismo aveva anche delle qualità (e molte le ho fatte anche mie, soprattutto per quanto riguarda il modo di affrontare il mio “mestiere di scrivere” e di rapportarmi con i promoter, i giornalisti, il pubblico e in generale tutto l'Universo che ruota attorno ad ogni artista, piccolo, grande o medio che sia), anche se debitamente nascoste, ma quando ho visto che oltre a trattare le donne in un modo che non mi piaceva nemmeno un po', era anche una persona vigliacca e che preferiva rifuggire i problemi anziché affrontarli di petto, me ne sono allontanata. Come Ambra infatti mi piace avere a che fare con le persone e interagire al loro fianco e con loro, e questo indipendentemente dal fatto che facciano o meno parte della cerchia dei miei amici più cari, ma i vigliacchi non li digerisco né tanto meno mi piacciono.

    6) Quanto c'è di te in Ambra?
    Poco o nulla...troppo aggressiva anche se l'ammiro per il suo modo di rapportarsi con Leo e con gli altri (magari fossi così tosta anch'io nella vita di tutti i giorni!). Personalmente mi sento molto più vicina a Fiona, la sua migliore amica, una studentessa universitaria più tranquilla e riflessiva, e a Melina, l'altra sua amica nonché fidanzata del chitarrista, che benché somigliante nei modi e in parte nel carattere, è meno aggressiva di Ambra.

  1. Sei giovanissima, eppure corri come un treno! So che sei una persona attiva e ti dai da fare. Quali sono i tuoi progetti futuri?
    Un calendario pieno di presentazioni, un'intervista con Rete Tre, la partecipazione al festival “TriesteRIParte” insieme ad altri artisti italiani e stranieri, il pre sequel di “Nelle mani della ribelle” (dove incontreremo un'altra coppia rock, anche se più tranquilla del duo Leo-Ambra), procurare altri libri per il mio “malefico” boss, riuscire a tenere in modo efficiente il mio neonato blog dedicato agli eventi in Ticino e la pubblicazione di un altro libro...ma stavolta nei panni “dell'altra parte della barricata”!

    8) Se dovessi scegliere una citazione letteraria che ti possa descrivere, quale sarebbe?
    Non è proprio “letteraria” al 100%, ma io sento molto mio il proverbio “Acqua cheta scava i ponti”...ed è vero, anche perché ad un primo impatto sembro un tipo tranquillo e che non dà problemi, ma poi andando sotto la superficie si scopre che sono molto determinata, vulcanica, insistente...al punto che la maggior parte delle cose che volevo, le ho ottenute senza fare tanti clamori!

Questo bellissimo libro narra le vicende di Ambra, una ragazza forte e intelligente, che nonostante le sue brutte esperienze amorose passate, decide di reagire e buttarsi a capofitto sul lavoro. E' qui che conosce Leo, musicista bello ma misogino, conosciuto per la sua fama di seduttore crudele. Riuscirà Ambra a farsi valere?
Ciò che mi ha colpito davvero tanto, come ho accennato nell'intervista, è la forza femminile che traspare in tutto il romanzo e che regala una marcia in più a questo piacevole libro. Il linguaggio è molto scorrevole, Francesca riesce a catturare il lettore fin dalla prima pagina. 
Ambra è agguerrita più che mai e mi ha reso subito orgogliosa di far parte della categoria femminile! Leo invece è il classico tipo che una donna non vorrebbe mai incontrare dinanzi a sè, troppo pieno di pregiudizi e false idee che lo renderanno volutamente antipatico agli occhi del lettore. Confesso che qualche volta, leggendo le sue frasi, ho sospirato scocciata: "Ma come può essere così ottuso???" Ma credo che questo sia stato il preciso intento di Francesca, anche perchè il personaggio, alla fine del libro, maturerà in meglio. Mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di dispetti da parte di Ambra, per una mia mera soddisfazione, ma direi che riesce benissimo a tenergli testa!
Una caratteristica di Francesca, che si evince dal romanzo, è la sua forte passione per la musica e devo dire che riesce a trasmetterla bene anche ai suoi lettori.
Che aggiungere, allora? Acquistate il libro e scoprirete il mondo di Ambra e Leo! Buona lettura a tutti voi ^_^


giovedì 31 gennaio 2013

Recensione "Il cuore insanguinato" di Pamela Boiocchi

Salve a tutti! Oggi parliamo di un bel libro, che ho avuto il piacere di leggere: Il cuore insanguinato, di Pamela Boiocchi.

Trama: Isola di Saint-Christophe, XVII secolo. La giovane e coraggiosa Isabelle, figlia illegittima di un pirata e dell’ormai defunta lady Justine Ravenau, gestisce con la sua domestica Marjorie una locanda, Il cuore insanguinato, meta privilegiata di pirati e criminali. Con un pugnale nascosto sotto la gonna e una straordinaria forza interiore, Isabelle è in grado di vivere e di essere felice in un’isola così pericolosa; tuttavia, la sua quiete viene improvvisamente spezzata dall’arrivo dell’Oblivion, nave inglese comandata da lord Taylor Harriss Moore, l’uomo che sua madre aveva tradito innamorandosi del pirata e dando alla luce proprio lei, Isabelle. L’uomo propone alla giovane di allontanarsi da Saint-Christophe e di vivere a St. James of the Plain con lui. Isabelle accetta, e un nuovo mondo si apre dinanzi ai suoi occhi: abiti lussuosi, gioielli, feste. Tuttavia, la giovane donna sarà presto costretta a fronteggiare l’ipocrisia dell’alta società, che sa essere anche più pericolosa di un’isola abitata da pirati. Intanto, una guerra si profila all’orizzonte: l’isola nella quale è cresciuta e Il cuore insanguinato sono in pericolo. Sarà l’aiuto del misterioso e affascinante Tristan Storm a riportarla a Saint-Christophe per tentare di salvare ciò che ama e, soprattutto, a farle scoprire la passione. Un romanzo che ha il sapore antico dei più grandi libri d’avventure, e il fascino di una scrittura che sa parlare dritto al cuore con sensualità ed eleganza.

Che dire? La prima cosa che ho pensato leggendo la trama è stata: cavolo, non manca nulla in questo libro! Leggendo in effetti mi son resa conto che è davvero così: Pamela ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere le avventure di questa ragazza, Isabelle, che da locandiera si trasforma entro poche pagine in donna ricca di alta società, pur sentendosi sempre fuori posto, ed è qui che incontra Tristan, un ragazzo affascinante e che conquista immediatamente il lettore. Di lui mi ha colpito il fatto che riesce a condizionare gli agenti atmosferici in base all'umore, particolare originale inserito nella trama. 
L'eroina si fa subito notare grazie al suo carattere un po' peperino, forse un po' troppo moderno per una ragazza di quei tempi. Un amore travolgente che lascerà senza fiato il lettore, bramoso di andare avanti e saperne di più. 
Il linguaggio è scorrevole e di piacevole lettura ma una cosa mi ha lasciato stupita: il finale. Ovviamente non rivelerò nulla, ma credo che l'autrice abbia in mente di scrivere un seguito, poichè lo si intuisce dalla lettura. 
Mi sarebbe piaciuta un po' di azione in più, magari vedere Isabelle alle prese con qualche pirata indisponente, ma nel complesso il libro è molto carino e ben scritto. In bocca al lupo quindi a Pamela! ^_^

Link per acquistare il libro: http://www.ibs.it/code/9788897810018/boiocchi-pamela/cuore-insanguinato.html